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Congresso Provinciale Pri Ragusa 22 gennaio 2012
Relazione introduttiva di Biagio Gino Calvo, Segretario Regionale Pri Sicilia
Care amiche, cari amici, questo congresso cade in un momento veramente difficile nella vita del nostro paese.
La nostra isola, ma anche la nostra provincia in questi giorni e’ pervasa da una forma di ribellione e di rigetto verso la politica e verso i partiti.
Un movimento contro.
Le ragioni che sottendono la protesta sono in ogni modo reali e per una certa fascia di società quantomeno drammatiche.
Gli autotrasportatori siciliani con l’aumento del costo della benzina, delle accise nazionali e regionali, dei pedaggi autostradali e dei costi di traghettamento sono quelli che più di ogni altra regione e di ogni altra categoria soffrono pesantemente di questi aumenti anche per la nostra posizione geografica. Estrema periferia del nostro paese.
Il movimento dei forconi patisce il dramma di un’agricoltura in profonda crisi, dovuta alla globalizzazione dei mercati e all’assenza di prospettive valide e credibili.
Un movimento contro.
L’antipolitica rimbalza da un blocco all’altro contro la politica e contro i partiti … nazionali, regionali, locali e contro chiunque fa’ politica, a volte bruciando anche la bandiera italiana.
Tutti noi sappiamo che questo accade per l’assenza della politica o meglio dei partiti e del loro ruolo, di espressione delle categorie sociali, e di governo dei territori e delle problematiche economiche presenti nei momenti di crisi come quello attuale.
Ecco. Problemi reali, crisi, mancanza di lavoro o ancora peggio nessuna speranza di avere un lavoro nel breve e medio periodo, condito dalla presenza nei blocchi di loschi personaggi e da minacce e violenze presso piccoli imprenditori e commercianti.
Un problema reale e una deriva sfascista che occorre rintuzzare con una corretta informazione e con risposte credibili sia dal governo regionale che da quello nazionale sia da tutte le forze politiche democratiche.
Questo e’ e deve essere il compito della politica, quella con la P maiuscola, e a questo compito i repubblicani non si sottrarranno come d’altronde hanno sempre fatto.
Vorrei cominciare da alcune considerazioni che possono sembrare ovvie ma che ovvie non sono mai state.
La nostra provincia e’ da molti anni indicata come isola nell’isola, P.I.L. nazionale, bassa disoccupazione, esempio da esportare, ” modello Ragusa”. Ma cosa e’ stato e cosa e’ oggi il modello Ragusa tanto agognato?
Il modello Ragusa, non prendiamoci in giro, e’ un modello autoctono, non generato dalla politica, ma dalla capacità imprenditoriale di un territorio che dalla ricchezza prodotta dall’oro verde, ha sviluppato una fitta rete di piccole e medie imprese artigianali che sono molte volte divenute leader nei loro settori , penso al polo marmifero, a quello avicolo, all’area industriale di Ragusa e Modica.
A queste categorie la politica ha realmente dato poco. Ha chiesto infrastrutture ai governi regionali e nazionali, (Catania- Ragusa, Siracusa- Gela), la nostra provincia è forse l’unica in Italia a non avere un metro quadrato di autostrade, ma dopo tanti anni chiediamo ancora le stesse cose di sempre senza averle mai ottenute. La manifestazione dei giorni scorsi che ha visto quasi tutte le sigle, sindacali, datoriali e politiche, non ha fatto altro che riproporre al governo, stavolta quello tecnico, le identiche richieste oltre a misure straordinarie per il lavoro e l’occupazione.
Il Partito Repubblicano ha da sempre messo al centro dell’iniziativa politica il rilancio del mezzogiorno, come condizione prioritaria per uscire dalla crisi complessiva del sistema paese, e, per la prima volta abbiamo potuto ascoltare, in questi giorni, dal Capo del Governo, che la crisi del paese non potrà essere superata se non con il rilancio e lo sviluppo del meridione d’Italia.
Occorrerà quindi interloquire con questo Governo e incalzarlo giorno per giorno, perché alle parole seguano i fatti, altrimenti non ha alcun senso avere un Governo tecnico che ha come maggioranza i quattro quinti del parlamento.
Chiediamo a Monti di andare avanti e di non accettare veti di alcun genere da parte dei partiti. Tagli con coraggio le parti incancrenite, ma dia ossigeno e linfa vitale alle parti sane della nostra economia. Crei le condizioni per utilizzare al meglio i fondi europei, ancora oggi non spese nelle regioni meridionali ed in Sicilia. Se necessario commissari chi non e’ capace o non vuole spendere quei fondi insostituibili per colmare il gap infrastrutturale delle nostre regioni. Non possiamo non ricordare che la sola Sicilia ad oggi tiene bloccati qualcosa come dodici miliardi di euro di fondi europei due dei quali destinati all’agricoltura. Ma ci rendiamo conto che parliamo di una somma pari ad oltre un terzo della Manovra Salvaitalia?. Ma esiste la consapevolezza da parte del governo siciliano, un governo vogliamo ricordare non eletto dal popolo siciliano, che con quei fondi avremmo potuto e dovuto attivare grandi progetti, dare lavoro e prima di ogni cosa speranza ai giovani e alle donne della Sicilia?
Oggi da questo Congresso vogliamo attraverso il confronto con le forze politiche e sociali e le categorie produttive provare a dare indicazioni, suggerimenti, proposte e progetti che facciano incontrare la politica, le istituzioni e le realtà imprenditoriali per dare risposte e non solo speranze alle nuove generazioni.
In occasione di questo Congresso provinciale anche per non tediare la platea voglio parlare solo di quattro argomenti che ritengo particolarmente importanti e significativi per dare un’idea delle convergenze possibili tra tutte le forze politiche, sociali, datoriali e sindacali sui processi virtuosi e sulle buone prassi da attuare nel nostro territorio per creare lavoro occupazione e ricchezza.
Affrontero’ i temi del Turismo, dell’Agricoltura, dei Fondi Europei e del Credito, certo che su questi temi e possibile fare molto.
Turismo.
La classe politica provinciale sulle problematiche del turismo ha quasi sempre avuto posizioni convergenti che non sono però mai diventate azioni amministrative. Ebbene molte delle azioni da attivare in questo contesto sono scelte sulla gestione del territorio non comportano solo investimenti infrastrutturali ma investimenti immateriali sui quali esistono fondi europei da tempo disponibili e mai attivati. Su queste problematiche insistono altresì i finanziamenti per i distretti turistici e non dimentichiamo i fondi POIN e PAIN per i siti UNESCO (fondi che coinvolgeranno l’intera provincia di Ragusa).
Creazione quindi di politiche comuni per il bene massimo del territorio a prescindere dal colore politico delle singole giunte comunali.
Vogliamo pensare al governo dei capaci.
Unica risposta all’antipolitica ed al rigetto dei partiti.
Aeroporto di Comiso: nelle settimane scorse ho incontrato il sottosegretario all’economia prof. Gianfranco Polillo, il quale oltre a dichiarare la propria disponibilita’ a seguire l’iter per lo stanziamento delle somme per l’immediata attivazione e la messa a reddito dell’Aeroporto di Comiso mi sottolineava l’impegno e l’interesse del governo Monti per rilanciare il turismo unico settore a bassissimo investimento e ad alto rendimento ed occupazione.
Lo scorso mese di maggio, da assessore al Comune di Ragusa, ho svolto nel nostro territorio un convegno sul futuro del Turismo in provincia di Ragusa. Al convegno, al quale hanno dato l’adesione tra gli altri il dott. Roberto Rocca, direttore generale del Ministero del Turismo, il dott. Paolo Provasoli, amministratore delegato di Italianavigando, il dott. Alessandro Nucara, vicedirettore generale di Federalberghi-Confturismo, era presente la d.ssa Melisa Corrigan direttore commerciale Italia di Ryanair, la quale ha dichiarato l’interesse della compagnia allo scalo di Comiso e l’impegno, in caso di accordo commerciale a portare a Comiso 3.000.000 di passeggeri l’anno. E parliamo di una sola compagnia.
3.000.000 di presenze l’anno significano 250.000 presenze mese. Studi specifici di settore dimostrano che la spesa media di ogni passeggero si aggira mediamente su € 500,00/settimana con un giro d’affari annuo per la nostra provincia di un miliardo e mezzo di euro.
Come ci stiamo attrezzando? Come la politica può dare risposte alle imprese del settore?
Il piano turistico provinciale che come consiglio provinciale avevamo chiesto di adottare perchè non e’ stato ancora redatto? Come gli enti locali del territorio vogliono approciarsi alla problematica?
In occasione del convegno abbiamo appreso di un piano Golf nella Sicilia Sud Orientale e del piano Sud Turismo redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico da parte di Italiaturismo e di Promuovitalia che insiste nella Sicilia Sud-Orientale con significativi investimenti nell’albergazione, nella logistica e nella portualità?
Vogliamo ricordare il progetto presentato dal sottoscritto quale presidente della commissione sviluppo economico alla provincia denominato “Paese-Albergo” approvato all’unanimità dal Consiglio Provinciale e dimenticato nel corso di questa consiliatura?
Quanti comuni, penso a Chiaramonte, a Monterosso, a Giarratana oltre ad Ibla, si stanno attrezzando per chiedere i finanziamenti europei per “ i borghi d’eccellenza”?
Agricoltura.
La crisi del settore ad e’ drammatica. La categoria e’ allo stremo dopo diversi anni di crisi strutturale del comparto.
Il limite oggettivo sta nella incapacità di risposte innovative alle problematiche che emergono.
Oggi l’approccio della politica, ma purtroppo anche delle associazioni datoriali, ed oggi del movimento dei forconi, e’ l’utilizzo di ricette gia’ usate, penso alla Saccomandi, ai contributi per calamità naturali che poi tendiamo a far diventare calamità commerciali, ed altre simili che non affondano il coltello nel problema della insufficiente capacità competitiva specialmente nel settore serricolo.
La globalizzazione dei mercati negli ultimi anni, penso alle produzioni che vengono dai paesi frontalieri dell’Africa e dall’Etiopia, che, non si sa come, ad un certo momento della loro commercializzazione, diventano produzioni italiane e siciliane in particolare, ha reso le nostre produzioni fuori mercato, vuoi per il bassissimo costo della forza lavoro in quei paesi, vuoi per la assoluta insicurezza alimentare e la non tracciabilità delle sostanze antiparassitarie e a volte tossiche presenti nel prodotto posto a commercializzazione.
Su queste problematiche come Partito Repubblicano abbiamo costruito un progetto che abbiamo presentato alla Regione siciliana ed al Ministero degli Affari Esteri per la creazione di una “EUROREGIONE” che vogliamo mettere a disposizione del territorio e della politica anche qui per dare lavoro oltre che speranza a questa ed alle province limitrofe.
Euroregione.
Soggetti coinvolti
Regione Sicilia:
Provincia di Ragusa – Comune di Pozzallo – Autorità Portuale;
Provincia di Siracusa – Comune di Augusta – Autorità Portuale;
Provincia di Catania – Comune di Catania – Autorità Portuale.
Regione Puglia:
Comune di Brindisi – Autorità Portuale.
Regione Emilia Romagna:
Comune di Ravenna - Autorità Portuale.
Regione Friuli Venezia Giulia:
Comune di Trieste – Autorità Portuale
Stati esteri da coinvolgere
Malta - Grecia (Stati membri U.E.);
Tunisia – Libia – Egitto – Algeria - Marocco.
Altri possibili stati da coinvolgere (?)
Israele – Libano – Siria – Turchia.
Idea progettuale.
La provincia di Ragusa, con il coinvolgimento delle province limitrofe di Siracusa e Catania, assume il ruolo di piattaforma logistica di import-export, trasformazione, confezionamento e imballaggio di produzioni proprie e di quelle provenienti dai paesi frontalieri. Obiettivo è la creazione di rapporti di partenariato, cooperazione e sviluppo dei territori, nell’ottica di integrazione fra popoli, culture ed economie in un Mediterraneo Area di Libero scambio di uomini e merci, che attraverso logiche business to business forniscano servizi e know-how alle imprese locali, nuove logiche di approccio alle problematiche della globalizzazione e del rapporto con i mercati, alle organizzazioni commerciali, produttive e professionali dei territori coinvolti, permettendo a questi popoli di guardare al loro futuro con una voglia di costruzione di un mondo migliore e più giusto.
L’iniziativa pone i presupposti della creazione, dell’ampliamento e dello sviluppo di vie di comunicazioni marittime e commerciali con i paesi frontalieri e la creazione di specifiche autostrade del mare che colleghino i principali porti del Mediterraneo con la Sicilia e la “ Pozzallo – Brindisi – Ravenna – Trieste “ che potrà permettere alle produzioni del bacino mediterraneo in genere ed a quelle ortoflorofrutticole in particolare di presidiare i nuovi mercati, di ottimizzare tempi e costi e salvaguardare l’ambiente, sostituendo il trasporto gommato con quello marittimo molto meno costoso ed inquinante.
La proposta và nella valorizzazione delle direttive U.E. dell’integrazione euromediterranea e nella scelta strategica italiana di puntare sulla logica dei trasporti quale punto di forza italiano nella competizione europea.
La commercializzazione delle produzioni ortoflorofrutticole attraverso le autostrade del mare con un collegamento diretto Africa - Sicilia - Adriatico - Corridoio 5 rende l’Italia più competitiva, sia a livello economico sia a livello ecologico, della Francia che vuole creare un analogo sistema partendo da Marsiglia.
Obiettivo: creazione G.E.C.T. (Gruppo Europeo di Cooperazione Trasfrontaliera)
La regione Sicilia viene riconosciuta quale ente capofila delle 4 regioni italiane sedi di scali portuali (Pozzallo, Augusta, Catania, Brindisi, Ravenna, Trieste) scali autostrada mare e di concerto con il Ministero degli Affari Esteri e con i Ministeri dello Sviluppo Economico dell’Agricoltura e delle Politiche Europee.
Insediamento a Palermo di gruppo tecnico-progettuale per redazione progetto di massima.
Fondi europei.
Ho appena parlato di fondi europei trattando il problema dell’agricoltura attraverso la creazione di uno G.E.C.T., che e’ un approccio ai Fondi Europei a prescindere dai fondi in dotazione della regione Sicilia, voglio adesso parlare dei fondi JESSICA e dei fondi JEREMIE.
Nella mia esperienza di assessore al Comune di Ragusa sono stato l’artefice del percorso di attivazione dei fondi JESSICA per il Comune di Ragusa. Il comune di Ragusa e’ stato il primo comune siciliano ad attivarsi per accedere ai fondi JESSICA. Dal 2009 al 2011 ha svolto ben cinque incontri con i responsabili nazionali ed europei della B.E.I..( Banca Europea Investimenti), della Regione e della Società che la Regione ha incaricato per attivare detti fondi. Il 24 giugno 2010 veniva presentato a Palermo al Castello Utveggio lo studio per l’implementazione di JESSICA in Sicilia.
Ragusa viene scelta come progetto pilota e presentata non solo a Palermo ma anche a Bruxelles alla B.E.I.. Obiettivo era e rimane la costituzione di una Società di Trasformazione Urbana. In un rapporto di grande sinergia con l’assessorato alla Città, guidato dal sottoscritto, gli ordini professionali, le organizzazioni datoriali, le centrali cooperative, le associazioni di categoria, hanno predisposto e regalato all’amministrazione comunale un masterplan dell’intervento JESSICA a Ragusa.
Il primo step di finanziamento da richiedere e’ 100.000.000,00 di euro. Ad oggi da quando il P.R.I. Non e’ in giunta JESSICA e’ scomparso.
Ma si rende conto la Giunta Dipasquale che un finanziamento del genere significa, rendere Ragusa più vivibile, più a misura d’uomo, meno degradata nei suoi quartieri più poveri, e creare occupazione in citta’ per almeno i prossimi dieci anni?
I fondi JESSICA come i fondi JEREMIE sono fondi attivabili dagli enti locali e non vanno computati nei fondi destinati alla regione. Occorre che gli enti locali si attrezzino per questo. Come repubblicani abbiamo dimostrato che questo e’ possibile e siamo disponibili a percorsi simili in tutti gli enti locali siciliani.
Credito.
Nelle scorse settimane la B.C.E. ha messo a disposizione delle banche europee la somma di 532 miliardi di euro per dare liquidità alle banche e per dare credito alle imprese al tasso dell’1%. Le banche italiane hanno attinto dalla B.C.E. la somma di 116 miliardi di euro. Cosa hanno fatto di queste somme?
Presto detto. Hanno acquistato BOT e BPT italiani al tasso del 6/7% guadagnando un utile netto di oltre il 6%. In questo modo hanno certezza di non soffrire sui titoli tossici in portafoglio dell’Ungheria e della Grecia e possono a fine anno sociale, come hanno sempre fatto, parlare di alti dividendi e fantastici bonus ( pensiamo ai 50.000.000,00€ annui del A.D. Profumo) per i loro formidabili manager.
Di credito alle imprese neanche l’ombra.
Infatti lor signori hanno un grande problema: il F.M.I. ha ribadito per il nostro paese un P.I.L. Negativo 2-3% per i prossimi due anni.
Quanti falliranno? Come facciamo a non rischiare. Facile. Nessun credito, a meno di ipergaranzie.
Occorre un impegno comune da parte di tutti, pena il default del nostro paese, per dare credito e sostegno alle imprese. Il governo trovi forme per incentivare il credito e penalizzare le banche che sono sorde a questi problemi.
Parlare di credito comunque non ci può esimere dal dichiarare che il piu grande debitore ed il peggior pagatore e’ proprio lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni, le A.S.P..
I tempi di pagamento sono oramai diventati un miraggio. Andiamo dai 180 giorni ai 720 di alcune A.S.P.
Tutte le imprese che lavorano oggi con la PP.AA rischiano di chiudere. Se una impresa non ha il DURC in regola non viene pagata dalla PP.AA. Per non parlare del recupero presso terzi da parte di SERIT ed amici.
Non e’ concesso neanche compensare il credito.
Oggi ritardato pagamento significa prefallimento.
Obiettivo comune di tutte le forze politiche deve essere trovare in ogni modo la forma perchè lo Stato e gli Enti Locali paghino i loro debiti.
Voglio ora raccontarvi la storia di una delle tante aziende siciliane che hanno chiuso o stanno chiudendo i battenti per cartelle esattoriali (INPS, INAIL, IVA, TASSE etc) non pagate.
La storia comincia dall’impossibilita’ di pagare il sedici di un mese qualunque i contributi previdenziali e assistenziali ovvero l’IVA o l’IRPEF.
Nei mesi successivi causa il mancato incasso dai clienti, privati o pubblici, e non avendo pagato nuovamente i contributi previdenziali, l’azienda viene privata del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) e di conseguenza non può incassare mandati di pagamento da parte di enti pubblici, non può partecipare a gare di appalto e non può firmare contratti.
A questo punto ci si reca all’INPS e si chiede di poter rateizzare il dovuto. Operazione possibile: rateazione unica tasso 7%.
L’azienda continua a non incassare o quantomeno quello che incassa non riesce a coprire le uscite nei confronti del personale e dei fornitori e non riesce nuovamente a pagare i contributi INPS ed INAIL. Il mancato pagamento priva nuovamente l’azienda del DURC, con tutto quello che questo comporta. L’imprenditore si reca nuovamente all’INPS per chiedere una nuova rateizzazione ma si sente rispondere che ciò non e’ possibile fino a quando la rateizzazione precedente non sarà chiusa.
Nelle more si apprende che l’INPS ha già ceduto il credito a SERIT Sicilia con un aggio a loro favore del 20-25% e la SERIT ha già inviato all’imprenditore cartella esattoriale impugnabile entro 30 giorni e pagabile entro 60 con un ulteriore aumento di altro 20% . La cartella non e’ impugnabile in quanto frutto di autocertificazione dello stesso imprenditore sul personale impiegato nel corso del mese. Unica certezza la SERIT ha già guadagnato oltre il 45%. Passati i 60 gg dal pagamento dovuto la SERIT reincomincia a ricalcolare giornalmente gli interessi e fino a quando l’azienda accetta i ricalcoli usurai effettuati da SERIT e rateizza a sua volta il debito. Fino a quando il debito non viene rateizzato la SERIT attraverso EQUITALIA blocca all’azienda tutti i pagamenti da enti pubblici pignorando tutti i crediti verso terzi dell’azienda.
Ulteriore step obbligatorio: rateizzazione dei debiti verso SERIT a cui vanno aggiunti gli oneri accessori (interessi di mora, compensi all’agente della riscossione ed eventuali spese per le azioni di recupero). Non sto a dilungarmi. Dopo qualche tempo e qualche rata non pagata arriva intimazione di pagamento art 2 comma 5 bis d.l. 138/2011 altri 60 gg. Anche qui se il soggetto non paga o non può pagare e’ già preavvertito che sarà irrogata una sanzione pari al 50 % dell’ importo dovuto. 50% dopo un precedente 30% altro che usura legalizzata. E non stiamo a parlare dei fermi amministrativi mai comunicati al contribuente.
Il numero dei fermi amministrativi ed i contenziosi sono sull’ordine degli oltre 10.000 in provincia di Ragusa e più di 200.000 in Sicilia.
Vorremmo e dovremmo chiedere alla Politica di fare voti ed impegnare SERIT Sicilia a non usare tassi usurai a non abusare dei provvedimenti di fermo amministrativo e ad evitare che in momenti di crisi economico-finanziarie come questa le aziende siano costrette a chiudere.
Ma chi e’ SERIT Sicilia?
SERIT Sicilia e’ una Società per Azioni con socio unico.
Fino al 2010 il socio unico di SERIT era Montepaschi Siena. Nel febbraio 2011 a Montepaschi subentra per volontà della Regione Sicilia, e del suo Governo, Riscossione Sicilia SpA.
Riscossione Sicilia SpA ha due soli soci: la Regione Sicilia con una quota azionaria del 60% e l’Agenzia delle Entrate con una quota del 40%.
Presidente di SERIT Sicilia e’ la D.ssa Silvia Gianni, vice capo di gabinetto del Presidente della Regione e capo di MPA Raffaele Lombardo.
Consigliere e’ Carmelo Tagliaferro uomo di Lombardo e suo assessore alla Provincia di Catania.
Non so e non sappiamo se questo sia a coscienza dei parlamentari siciliani, ma per questo motivo come cittadini, come siciliani e come repubblicani chiediamo le dimissioni del Presidente della Regione On. Raffaele Lombardo e del suo governo.
Nei cartelli del movimento dei forconi campeggia uno slogan: SERIT Sicilia uguale Salvo aggiungerei uguale Lombardo.
Migliaia di imprenditori siciliani hanno subito e subiscono tuttora le vessazioni e perchè no, l’usura da parte di SERIT.
Care amiche, cari amici,prima di concludere questo mio intervento mi corre l’obbligo di affrontare altri due elementi: la collocazione del partito alle prossime elezioni amministrative e una riflessione sul partito, sul suo stato e sulle prospettive.
Durante questa mia relazione, analizzando la situazione politica attuale, ho più volte messo l’accento sull’esigenza, sul bisogno, e a volte sulla necessità di battaglie e di impegni comuni a favore del nostro territorio che devono vedere la compresenza di tutte le forze politiche economiche e sociali.
Il gap infrastrutturale che penalizza la nostra isola e pregiudica lo sviluppo economico e sociale o viene superato con un impegno comune oppure non ci sarà più speranza per le giovani generazioni.
Nel mio intervento ho posto l’accento sul Governo dei Capaci. Programmi, progetti e personalità e coerenza dei candidati faranno la differenza.
Chiederemo ai candidati sindaco di condividere i nostri programmi, i nostri progetti e di impegnarsi a realizzarli.
Sceglieremo la coalizione senza alcuna pregiudiziale e saremo presenti in tutte le competizioni elettorali con nostri candidati.
Infine il Partito.
Fare politica oggi e’ molto difficile e farlo in momenti di crisi come questo e’ ancora più difficile. L’adesione ai partiti, oggi, passa attraverso la capacità di dare risposte (personali) ai problemi immediati della gente, lavoro, sussidi, incarichi professionali segnalazioni, raccomandazioni. Non siamo mai stati capaci di fare questo e non lo saremo nemmeno adesso. Quello che deve distinguere l’azione del Partito deve essere la chiarezza, la coerenza e la capacità di dare risposte complessive e non particolari, puntuali e non personali.
Il miglioramento delle condizioni della maggioranza dei cittadini deve permeare la nostra azione politica. Io posso e voglio dire di essere orgoglioso di questo gruppo dirigente in provincia di Ragusa, un gruppo dirigente giovane, capace impegnato e fiero che sono certo dara’ grandi risultati a questo Partito, un Partito che in 116 anni di storia non solo ha fatto l’Italia una libera e repubblicana ma a differenza di tutti gli altri partiti non ha cambiato ne’ nome ne’ simbolo e oggi può rappresentare quel soggetto non di parte che riuscirà a dare al nostro Paese la speranza di cui ha bisogno per un futuro migliore in un’Europa, dei popoli e non solo dei governi, solidale liberale e democratica.
Ragusa, 22 gennaio 2012
Discorso di Fabio Capuano, Segretario cittadino Pri Ragusa
Cari amici, prima di iniziare desidero ringraziare tutti i rappresentanti delle forze politiche, il nostro segretario regionale del PRI Gino Calvo e ringrazio l’amico Franco Torchia per essere oggi qui con noi.
Da un po’ il Pri a livello regionale ha intrapreso la strada del rinnovamento, apriamo quindi le porte a tutti i cittadini perché sappiamo di poter essere un partito capace di assumere su di sé le istanze provenienti dai vari spaccati della società ragusana, e quindi sforzarci di essere capaci di costituire il perno certo di una proposta politica non alternativa ma in continuità con l’idea che aveva Ugo La Malfa della politica e cioè che questa deve essere trasparente e al servizio di tutti anche di chi non ci preferisce.
Come ho detto pochi giorni fa al congresso cittadino di Ragusa, dove ho avuto l’onore, e se me lo consentite, anche l’onere di essere eletto segretario cittadino, noi siamo un partito maturo e non per la forza dei numeri, quelli verranno se lavoreremo bene, ma perché siamo gli eredi di quei mille ragazzi che hanno fatto l’Italia, siamo gli eredi ed i sostenitori del pensiero Europeista Mazziniano, nel PRI non si entra semplicemente pagando una tessera, nel PRI si entra dopo aver studiato e dopo aver capito come è nato e cosa è il repubblicanesimo.
In provincia di Ragusa rappresentiamo una piccola comunità politica, è vero, ma da oggi siamo più uniti che mai, più coesi e solidali che mai, siamo una forza che cresce con passione, con l’impegno e con sacrificio. In questa comunità non esistono prime donne così come non esistono estremisti, esiste invece un gioco di squadra finalizzato a portare a casa risultati concreti per il bene collettivo.
Dobbiamo utilizzare le nostre – tante, diverse e importanti – risorse, la prima delle quali è costituita naturalmente dall’intelligenza e dalla competenza, da sempre diciamo che le persone giuste vanno messe al posto giusto a differenza di chi mette le persone più votate nei posti sbagliati…noi non siamo per le elezioni alla Minetti per intenderci. Da noi non ci sono gerarchie, ma distinzione di ruoli in una logica continua di scambio e di confronto reciproco.
Vogliamo portare avanti un’idea e una pratica di partito legata al valore fondamentale dell’unità: solo un gruppo che resta saldo può essere in grado di dire la sua e di orientare le scelte. E dico questo perché con il tempo la nostra comunità si è via via arricchita di nuove personalità portatrici di diverse esperienze, esigenze e priorità. La maturità di un gruppo politico che si candida ad essere un partito presente nelle amministrazioni che verranno, sta nella capacità di amalgamarsi e di fare sinergia.
Auspico dunque per la provincia di Ragusa, un PRI che si mantenga unito intorno alla sua linea politica, oltre che ai suoi ideali imprescindibili e non negoziabili di legalità, solidarietà, democrazia e sviluppo nel rispetto dell’ambiente e dei diritti delle persone… ideali non negoziabili dicevo perché noi il cervello non lo abbiamo mai appaltato a nessuno.
Ci siamo dati e ci stiamo dando il compito di far ritrovare ai nostri concittadini la bellezza e il gusto di fare o di interessarsi di politica, perché sapere cosa sta succedendo intorno a noi, o ancora meglio, partecipare alle scelte direttamente, prima che essere moralmente doveroso, è utile e conviene.
Dopo pochi mesi di lavoro, ho avuto il piacere di essere stato contattato da persone che hanno chiesto di tesserarsi, evidentemente la base ci osserva ed osserva tutti, dopodichè pondera e decide.
Quindi cari amici, si rompe col passato, si dà un taglio netto al modo vecchio di fare politica…A RAGUSA L’EDERA SI RINNOVA…ED E’ PIU’ BELLA CHE MAI.
Instaureremo, in tutte le nostre segreterie uno sportello di consulenza per le imprese che integri la realtà territoriale con quella regionale, nazionale ed europea, io credo fermamente che i partiti devono rendere servizi ai cittadini e non promettere posti di lavoro che spariscono ad elezioni concluse.
Abbiamo attivato un gruppo per il monitoraggio e il controllo della spesa mediante i fondi europei. La Sicilia quest’anno ha speso appena 220 milioni di euro su 12 miliardi di euro che l’unione europea ci aveva messo a disposizione. Questo a dimostrare che la politica siciliana da troppo tempo è alla deriva, in mano di gente che è poco definire inadeguata a governare la nostra regione. Una politica che è fatta dalle piccole e grandi caste, dalle commistioni fra pubblico e privato, vogliamo voltare pagina rispetto ad una politica che rischia di diventare, e per molti versi già lo è, solo sinonimo di affarismo, che diventa strumento per arricchirsi o soltanto per prendere il potere fine a stesso. Diciamo basta ad una politica che prende in giro la gente, che promette posti di lavoro che non ci sono più, una politica da cui dipende tutto, troppo nelle nostre realtà. Una politica che si fa bocciare il bilancio per aver inserito 1600 assunzioni senza avere risorse sufficienti a coprirne le spese, siamo in mano a politici che non sanno fare nemmeno 1+1, abbiamo superato il paradossale e siamo arrivati al collasso delle coscienze.
Diciamo no alla politica che svende il nostro territorio, una politica inefficace e sprecona e lasciatemelo dire, me la prendo io la responsabilità, una politica che tutela le parentele che protegge gli amici. di una politica così non sappiamo che farcene e quindi cari amici repubblicani vi avverto che il Pri non sarà terreno fertile per questo tipo di azioni e chi non è d'accordo può restituire la tessera, oggi stesso lo rimborso io personalmente.
Il PRI deve candidarsi a rispondere all’ansia di cambiamento della nostra gente: dobbiamo farci carico delle enormi aspettative che la gente ci affiderà alle prossime elezioni che, e lo dico sin da subito, seguirà geometrie variabili al fine di poter dialogare con tutti gli schieramenti che appoggeranno la candidatura a sindaco per capirne i programmi, per conoscere a fondo i candidati e per capire se ci sarà veramente un’unità di intenti o ci saranno solo parole gettate al vento.
Siamo quindi certamente aperti al dialogo con tutti e continueremo a seguire i lavori dei vari consigli comunali con le scelte che valuteremo, appoggeremo o contesteremo in maniera forte e vibrata se sarà necessario.
Il PRI a in provincia di Ragusa lavorerà all’apertura di una fase politica nuova in sintonia con la costituente liberaldemocratica della quale abbiamo nuovamente discusso all’ultimo consiglio nazionale tenutosi a Dicembre. Ci impegneremo in primo luogo a raggiungere gli obiettivi che verranno posti nel corso della sfida elettorale e a confermare la validità e l’attualità del percorso che intenderemo intraprendere.
Agli amici, oggi presenti delle altre forze politiche, e che governano nei vari consigli comunali o in seno alla Provincia non voglio elencare tutti programmi repubblicani perchè li conoscete già.
Vi chiedo però di tirarli fuori dai cassetti delle vostre scrivanie e scoprirete così che la Provincia di Ragusa può essere davvero ancora più grande e stavolta non è solo un spot elettorale che qualcuno ha solo il merito di avere inventato ed il grande demerito di non avere realizzato.
Grazie a tutti.
Ragusa, 22 gennaio 2012
Discorso di Mario Lauriano, Segretario cittadino per Astrambiente a Ragusa
Cari amici repubblicani, il mio vuole essere un piccolo e breve contributo.
Voglio subito dire a tutti voi che siamo finalmente pronti a dare una svolta considerevole alla politica in Provincia di Ragusa.
Per fare ciò, dobbiamo fornire in ogni singolo comune ibleo, un nuovo Partito Repubblicano Italiano capace di fare fronte compatto e preparato a raccogliere le sfide che nel breve termine saremo chiamati ad affrontare.
Stiamo rinnovando gli organi dirigenti e non con l’idea di rottamare chi ci ha preceduto ma per dare nuova linfa vitale al dibattito politico che DEVE essere rivolto al bene comune.
Il Partito Repubblicano c’era, c’è e ci sarà sempre, ma oggi più che mai, siamo chiamati assieme alle altre forze politiche di qualsiasi colore, ad essere il motore propulsivo di un nuovo modo di fare politica.
Una politica che non deve e non può più essere autoreferenziale, una politica aperta e trasparente.
Non saremo certamente noi, come non lo siamo mai stati, i promotori di una classe dirigente serva nei confronti del potere dato a chi è stato capace di attirare su di se una valanga di voti con promesse campate in aria e che al fatto compiuto sono state rispettate solo per amici e parenti.
A livello regionale, il governatore Lombardo continua a fare ciò che ha sempre fatto, e cioè coltivare il proprio orticello infischiandosene delle reali necessità della Regione. Questo governo è vittima della cultura clientelare che lo ha caratterizzato dal primo momento in cui si è insediato e per questo chiediamo che Lombardo faccia una cosa che non ha ancora fatto e cioè che rassegni le dimissioni e liberi la Sicilia dalla sua presenza squalificante, ingombrante ed imbarazzante per tutti i cittadini onesti.
Vedete, questo è un congresso provinciale è vero, ma non si può e non si deve abbassare la guardia su di chi sta sopra di noi, per ordine gerarchico naturalmente e non per i contenuti, perché su quelli non ci spaventa nessuno.
E’inutile che sia io a dirvi che la situazione attuale è critica, siamo letteralmente seduti su un ordigno innescato e se non cominciamo a venire fuori con le nostre idee, con le nostre proposte e con azioni mediatiche martellanti e pressanti fino a far mancare il respiro a chi siede nelle pubbliche amministrazioni abbiamo, fallito ancora prima di cominciare.
C’è chi critica i siciliani sparsi nelle strade dell’isola, ma mi spiegate perché la Sicilia ed i siciliani veniamo sempre tacciati di immobilismo e quando qualcosa si muove veniamo criticati? Non sono del tutto d'accordo sui metodi utilizzati da chi protesta ma il malcontento nasce dalle fasce sociali che non hanno piú nulla da perdere. E allora cosa facciamo? Gli ascoltiamo per capirne le motivazioni o li lasciamo perdere consegnando alla mafia nuova manovalanza?
Sono convinto che non sia la violenza il mezzo giusto per portare alla ribalta il malcontento. Ma chi pensa che il fermo in strada sia un azione violenta, non ha capito nulla. Se non ci sbrighiamo a dare risposte concrete, lo tsunami sociale che si abbatterà sulla Sicilia farà sembrare la situazione attuale a qualcosa simile ad un timido starnuto.
Ognuno di noi, nel proprio comune deve parlare a testa alta e fare la voce grossa senza farsi intimidire. Chi si fa intimidire è colpevole di non credere in ciò che si fa e si dice, e i repubblicani non si sono mai fatti piegare da nessuno.
I nostri progetti, le nostre idee e le nostre proposte non sono negoziabili, non ci siamo mai rivolti a nessuno con il piattino per le elemosine anche se questo è significato pagare conti salati, conti che paghiamo ma che restituiremo con gli interessi a chi ce li ha consegnati e di questo statene certi.
Abbiamo una grossa opportunità, che non è quella di tornare dentro le pubbliche amministrazioni come fine a se stesso. L’opportunità alla quale mi riferisco è quella di portare all’interno delle pubbliche amministrazioni la consapevolezza che si deve rompere col passato. Da oggi è guerra contro tutti quelli intendono la politica come lavoro. La politica è un termine pregiato oggi ridotto a sinonimo di malaffare da chi l’ha esercitata solo per proprio tornaconto personale.Al congresso cittadino del PRI Ragusa, tenutosi il 14 Gennaio scorso, sono stato eletto segretario cittadino, ho detto e lo ripeto che questo non è certo un traguardo ma l’inizio di un impegno gravoso. L’ho detto a Ragusa e lo ripeto qua oggi, affinché sappiate tutti che i repubblicani non ambiscono al potere ma la benessere comune anche i chi non ci preferisce.
Qualcuno dopo il congresso mi ha chiesto: Allora da oggi saltano le alleanze? Io ho risposto: No, perché mi chiede questo? Il PRI è sempre stato alleato dei cittadini e continuerà ad esserlo…a buon intenditore poche parole.
Caro segretario, oggi ci hai voluto riunire tutti in questo congresso che deve avere, secondo il mio parere, lo stesso obiettivo che avevano i mille che sbarcarono a Marsala. Loro fecero l’Italia, a noi il compito di fare gli italiani partendo proprio da qui, riuniamo i siciliani e ridiamo loro l’orgoglio di appartenere a questa terra.
Grazie a tutti.
Ragusa, 22 gennaio 2012
Il Congresso Provinciale Pri Ragusa è stato chiuso dall'intervento del Responsabile Organizzativo Pri Franco Torchia.
Del suo intervento non ci è pervenuto lo scritto.
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